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Due giorni in mountain bike nella pancia del Monte Maggiore

L’ultimo weekend di maggio e l’inizio di giugno mi hanno regalato un’immersione totale nel cuore del Monte Maggiore (Provincia di Caserta). Due giornate intense e ricche di scoperte, per un’escursione in mountain bike che ha messo alla prova gambe e spirito, percorrendo strade ai piedi di questo gigante e che pian piano conducono a quei posti che ti consentono di entrare in contatto diretto con esso.

Giorno 1, 31 maggio: l’assalto al versante sud

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L’avventura è iniziata il 31 maggio, attaccando il versante Sud dalla località Santella, nei pressi di Croce, con l’obiettivo di raggiungere Nocce. Questo tratto si è rivelato più articolato del previsto: pendenze importanti e un fondo a tratti roccioso che richiedeva attenzione costante. Nonostante la fatica, la determinazione mi ha spinto in avanti fino a raggiungere la croce posta prima del tratto Croce – Fradejanne, a circa 800 metri di altitudine. Un primo traguardo conquistato, con la soddisfazione di aver superato una sfida impegnativa.

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Croce lungo il sentiero di Nocce

Tornato alla Santella per riprendere fiato, ho imboccato la sterrata verso Razzano. Qui, dal punto panoramico dove si erge un’altra croce a 625 metri, lo sguardo si è aperto su una vista che ripagava ogni singola goccia di sudore. I paesi sottostanti di Giano Vetusto, Pignataro Maggiore e Calvi Risorta si estendevano a perdita d’occhio, mentre all’orizzonte, nitide e quasi a portata di mano, si stagliavano le isole. Da qui si inquadra un tratto di autostrada del Sole, che poco più a nord incontrerà lo svincolo di Capua. Un ottimo colpo d’occhio prima di proseguire.

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Piano di Razzano (Rocchetta e Croce)
Masseria Letizia

Scendendo verso sud per la via asfaltata, lasciandomi la Cappella della Santella a destra, inizio la discesa verso Formicola. Questo è un tratto di strada secondaria, lunga circa 1 km, il cui fondo in diversi punti è dissestato. Prima che questa termini ricongiungendosi con la strada provinciale che porta a Croce faccio una sosta al fresco costeggiando “Masseria Letizia”. Dalla staccionata che la protegge dalla strada si possono osservare diversi elementi in un ampio giardino verde: un ponte di legno costruito tra gli alberi, alcuni giochi per bambini, uno spaventapasseri bello grande.

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Masseria Letizia

Giorno 2, 1° giugno: l’esplorazione del versante nord

Il primo di giugno ha visto il cambio di versante, puntando a esplorare il lato Nord partendo da Pietramelara. Dopo aver ripercorso il tratto di Croce, ho imboccato la strada panoramica che, accarezzando le pendici del Monte Maggiore, scende dolcemente verso Pietramelara. Procedendo in questa direzione, non molto lontano dalla Cappella della Santella, sulla destra si trova un primo punto di accesso ai sentieri per raggiungere Valle Tuoro, Fradejanne, Nocce e Nevene.

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Primo punto di accesso ai sentieri lungo strada panoramica

Qui proseguo oltre, rimandando in seguito la visita a questo tratto. A metà strada con Pietramelara, in località Fosso della Neve, si trova l’imbocco di diversi sentieri, e io ho scelto quello che si dirigeva a nord, verso Fradejanne. Questo tracciato si è rivelato quasi speculare a quello affrontato il giorno precedente a Nocce, ma la sua bellezza era innegabile: un vero e proprio paradiso verde, un’immersione totale nella natura più incontaminata.

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Secondo punto di accesso sentieri lungo strada panoramica

Addentrandomi nel bosco verso Fradejanne, incontro un largo con panche in legno: la presenza di questo elemento è piuttosto costante lungo il percorso che intraprenderò, dato che il sentiero ricalca l’antica via crucis.

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Indicazioni per Fradejanne
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Fosso della Neve (Pietramelara)

Lungo la salita un cartello segnala un bivio per raggiungere località alternative a quella di Fradejanne (tracciato piuttosto speculare a quello fatto a Nocce il giorno prima) che sto percorrendo: Crucivalle, Sassu Cupierto, Acqua Nova, Valle del Trabucco, Suglio della Tocca, Tre Sassi.

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Indicazioni lungo il sentiero per Fradejanne
Vetta del Monte Castellone – Panchina panoramica

Ripreso l’asfalto, dopo circa 3 chilometri ho deviato per il sentiero del Monte Castellone, a 450 metri di altitudine. Il cartello indica la presenza dello scoiattolo nero, che ho avvistato in mezzo alla strada tempo fa in zona Santuario di Formicola. Per quanto ne so, questo animale non si lascia avvicinare facilmente dall’uomo.

Giunto in vetta, parcheggio la bici. Dopo le foto di rito, ne approfitto per stendermi un po’ visto che la panchina è abbastanza grande. Da qui, la vista è semplicemente spettacolare: Riardo, Pietramelara e Roccaromana raccolte in un primo piano mozzafiato, incorniciati dalle vette circostanti dove ogni tanto si riesce a vedere il particolare volo di qualche falco. Un altro punto privilegiato per ammirare la bellezza del territorio.

Ecco gli scatti e il video del luogo:

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Attacco sentiero Monte Castellone
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Panorama dal Monte Castellone
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Panchina panoramica sul Monte Castellone (Pietramelara)
Sentiero della Capozzola

Sceso dalla collina e percorsa circa un chilometro la panoramica, ho intrapreso il Sentiero della Capozzola. Un trail che si è rivelato bello e incredibilmente immersivo, avvolto dal verde e dalla tranquillità. Questo percorso mi ha condotto prima alla neonata “Panchina del Cuore”, un luogo magico con una vista panoramica che invita alla riflessione, e poi, finalmente, mi ha riportato a sud di Pietramelara, dove ho intrapreso la via del ritorno.

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Attacco sentiero della Capozzola
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Lungo il sentiero della Capozzola
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La “Panchina del Cuore” installata recentemente lungo il sentiero della Capozzola

Ingegnere informatico, mountain biker e appassionato di dance anni '90

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