Nell’ultimo weekend, tra nuvoloni grigi e brevi schiarite, si riesce a trovare spazio per qualche ora di esplorazioni non troppo lontane.
Primo step a Pontelatone: una pietraia isolata mi ha condotto in una radura silenziosa, nei pressi di Masseria Cervarecce, ai piedi della collina Monticello. Lungo la via, suggestioni da metropoli abbandonata nel cuore del verde: due casotti abbandonati, con teschi spray sui muri che sembrano usciti da un angolo del Bronx più che da una zona rurale. Poi, procedendo oltre, lo sguardo si apre inaspettatamente: il Monte Maggiore, Formicola, il Santuario e le montagne che lo circondano, in un’unica, bellissima prospettiva.



Cambio di zona, più a sud, per un veloce passaggio in piena campagna, tra trattori al lavoro e cisterne in movimento (compresa una spruzzata di fitosanitari in faccia, complice il vento, offerta dagli irroratori agricoli), costeggiando un campo di grano fitto e dorato. Poco più in là, un’onda di papaveri rossi accende la vista.


Altro cambio di zona. Salendo verso il Santuario di Formicola, mi inoltro nel bosco che lo costeggia. Qui alberi altissimi sembrano colonne di una cattedrale naturale per la luce del sole che filtra tra i rami.


Tornato all’asfalto, proseguo nella faticosa salita. A pochi metri dalla località Campole, una volpe guizza da un capo all’altro della strada per poi svanire nel verde: nemmeno questa è la volta buona per un possibile incontro ravvicinato con questo splendido animale.